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Diciassette racconti, oscuri come un cielo senza stelle, come una notte senza aurora. La morte trionfa sulla speranza. Non c'è grazia, non si scampa. Non si ottiene altro che procrastinare l'esecuzione della condanna a morte. In fondo vivere è rimandare giorno per giorno la fine: una guerra senza prospettiva di vittoria, un naufrago che nuota pur sapendo che non raggiungerà mai la riva. E tuttavia è lì, nel nigrum nigrius nigro degli alchimisti, che traspare il vero valore di un essere umano. Riconoscere che siamo nel deserto non significa accettarne l'aridità. È anzi il passo necessario per iniziare a coltivarlo, a trasformarlo in un giardino.