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Sintesi straordinaria tra aspetti militari, terapeutici e religiosi, le arti marziali rappresentano per l'Occidente uno degli elementi di maggiore fascino della cultura cinese. La nascita di tali arti è strettamente legata al Monastero di Shaolin, in una fitta trama che intreccia storia e mito in modo spesso inestricabile. Si tramanda che proprio in questo luogo sacro il centenario patriarca indiano Bodhidharma trasmise il Dharma al suo primo discepolo cinese Huike, che attendeva in piedi nella neve ghiacciata, e nel monastero si conserva una pietra che secondo la leggenda reca impressa l'ombra del patriarca, rimasto seduto in meditazione per nove anni rivolto contro un muro. Nel tempo la figura di Bodhidharma fu progressivamente associata anche alla nascita delle arti marziali. Ma quali sono le vicende politiche, militari, religiose, che hanno portato i monaci di una religione che vieta la violenza a praticare il combattimento, in che misura lo praticarono e quali sono le fonti che lo testimoniano? E che rilevanza hanno tali questioni per i praticanti e gli storici delle arti marziali? L'autore districa, per quanto possibile, la storia dalle leggende e ripercorre in senso cronologico le vicende del Monastero di Shaolin, strettamente connesse al succedersi delle dinastie Tang, Ming e Qing e al modo in cui il potere secolare influenzò o addirittura plasmò quello religioso.