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La pratica chiamata 'gesti di consapevolezza' è nata una ventina di anni fa dall'incontro fortunato di Charles Genoud con lo psicoterapeuta olandese Michael Topphof. Genoud, che si dedicava da anni alla meditazione tibetana e vipassana, comprese immediatamente quanto la pratica della consapevolezza sensoriale potesse aiutare i meditanti rendendoli più presenti, radicati e bilanciati. "Gesti di consapevolezza" non prevede uno specifico background culturale. Non è una pratica 'buddhista', poiché Charles Genoud ha sempre ritenuto che la verità non sia appannaggio di un'unica tradizione spirituale. I brevi discorsi che introducono gli esercizi traggono spunto dai campi più diversi: il teatro, la letteratura, la pittura, e ancora la filosofia occidentale, il buddhismo, la spiritualità degli indiani d'America o delle popolazioni afro-brasiliane. Lo scopo dell'autore è quello di riportare il lettore a una percezione globale del proprio essere qui e ora nel mondo e di invitarlo ad abbandonare gli schemi mentali consueti.