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In diciotto piccoli capitoli tratti da discorsi inediti, Krishnamurti ribadisce il suo messaggio, semplice e al tempo stesso rivoluzionario: il rifiuto di ogni religione istituita, di ogni autorità spirituale, della capacità stessa della mente razionale di avventurarsi in territori che non le competono, e insieme la profonda fiducia nella natura dell'uomo, in grado di trovare in se stesso quella luce che ha cercato per secoli, inutilmente, all'esterno. Perché, nonostante i grandi progressi tecnologici, l'umanità si trascina nel disordine, nel conflitto, nella paura e nell'insoddisfazione, sempre più incapace di vivere in armonia con la natura e con i suoi simili? Per Krishnamurti "noi siamo il mondo", e il nostro caos individuale si riflette nel caos globale. La risposta, la sfida che ciascuno deve assumersi, passa per l'abbandono di ogni idea, concetto o teoria, e la ricerca di qualcosa di veramente sacro al di là del tempo. Solo la mente che sa investigare, che sa trascendere il conosciuto e rifiutare ogni condizionamento o controllo, può arrivare alla comprensione, alla libertà, alla pace interiore, ed essere una luce per se stessa.