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Nei confronti del dono della creatività l'umanità ha da sempre mantenuto un atteggiamento reverenziale. I mitici scopritori e inventori dell'antichità furono tutti divinizzati e assunti in cielo. I pionieri scientifici del medio evo furono invece sospettati di dovere i loro risultati al diavolo piuttosto che alla divinità. Ma a che serve discutere sull'importanza della costituzione genetica o dell'ambiente se prima non si è determinato in che cosa consista precisamente l''atto della creazione'? Quello che serve veramente è uno studio sistematico eseguito da uno di quei rari individui che hanno la fortuna di possedere essi stessi il particolare dono della creatività. E Arthur Koestler gode di un vantaggio che pochi o nessuno degli psicologi di professione che hanno affrontato l'argomento possono in buona fede rivendicare. Il libro infatti non è basato soltanto sulle 'riflessioni introspettive' dell'autore sui suoi metodi di lavoro come saggista e romanziere; al contrario, Koestler si è sforzato di escludere dal suo studio l'introspezione personale così come la si intende comunemente. La sfera che abbraccia e le testimonianze che porta a sostegno delle sue principali conclusioni sono molto più ampie e varie. Koestler ha di fatto intrapreso un'analisi globale di tutto il problema offrendo una sintesi ampia e interamente nuova.