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La libertà è concepita in genere come la capacità di realizzare i propri scopi e soddisfare i propri desideri. Ma qual è la fonte di questi scopi e desideri? Nei capitoli di questo libro, basato sulle conversazioni tenute da Chögyam Trungpa, l'idea della libertà è inserita nel profondo contesto del buddhismo tibetano. Scavalcando il divario fra la tradizione esoterica orientale e le realtà quotidiane della vita occidentale, l'undicesima incarnazione del Trungpa Tulku ci insegna che gli atteggiamenti, i preconcetti e persino le stesse pratiche spirituali possono trasformarsi in catene che ci avvincono a modelli ripetitivi di frustrazione e disperazione. Trungpa spiega inoltre il ruolo significativo svolto dalla meditazione nel mettere a fuoco le cause della frustrazione e nel far sì che queste forze distruttive divengano aiuti nel progresso verso la vera libertà. L'abilità unica di Trungpa nell'esprimere l'essenza degli insegnamenti nel linguaggio e nelle immagini della cultura occidentale contemporanea fa di questo libro una delle fonti più dirette per attingere al significato immediato della dottrina buddhista. C'è in questo approccio un amalgama di piacevole umorismo e di profondissima serietà, che implica una visione della vita nella sua completezza e senza la macchia di idee preconcette.