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Tradizionalmente gli psicologi cognitivi non si occupavano di sogni (appannaggio di altri orientamenti psicoterapeutici, primo fra tutti quello psicoanalitico), soprattutto per le difficoltà di un'indagine rigorosamente empirica in merito. Sulla base degli attuali sviluppi della ricerca sperimentale e con l'emergere delle teorie costruttiviste e l'interesse per lo studio scientifico delle emozioni, si percepisce anche in ambito cognitivista l'importanza dell'attività onirica, in particolare nella clinica. Per i cognitivisti il sogno è un processo mentale irrazionale che va studiato nella sua funzione evoluzionistica, nelle indicazioni psicologicamente significative che può fornire, nella sua semantica e nella sua sintassi, e anche dal punto di vista della sua utilità terapeutica, cioè dei cambiamenti che l'analisi del sogno può produrre nel paziente.