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Siamo in Pennsylvania, una terra che «più di qualunque altra è ciò che giace nel suo sottosuolo». Fino a una quarantina di anni fa gli abitanti di Bakerton hanno vissuto, anche se non proprio prosperato, sull'estrazione del carbon fossile. Chiuse le miniere, la città si è sciolta come neve al sole. Fino a quando una grossa società si accorge che sotto i campi coltivati si estende un enorme giacimento di gas naturale, estraibile con la nuovissima tecnica del fracking, e manda i suoi emissari a percorrere il territorio per convincere gli agricoltori, poveri e arrabbiati, a cedere i loro appezzamenti per cifre molto molto allettanti. Nessuno di chi vende si rende conto che gli scavi procureranno ogni sorta di guai alla comunità. Guai che cominciano subito, con l'arrivo delle squadre di operai incaricati di scavare. A loro volta poveri e arrabbiati per la vita grama nei dormitori, la lontananza dalle famiglie, i turni di lavoro disumani. E l'ostilità della popolazione. Si rischia la guerra dei poveri. Ma Haigh ha la mano leggera, e un grande talento nel raccontare storie di povera gente senza eccessivi realismi, e senza sentimentalismi, mantenendo una lodevole equidistanza dalle due «fazioni». C'è una guardia carceraria con una famiglia difficile; un'altra piccola famiglia, gay, dedita all'agricoltura biologica, che vede sfumare anni di lavoro; il capo degli operai che si innamora della «pastora» di una neo-chiesa, vedova di una vittima dell'incidente nucleare di Three Mile Island, avvenuto decenni prima, sempre in Pennsylvania... È una storia che si potrebbe trasporre dovunque: inquinamento e distruzione del territorio e della salute dei suoi abitanti versus il benessere economico degli stessi abitanti. Il risultato è un ampio quadro dell'America rurale contemporanea, che spera sempre nel miracolo del sogno americano nonostante le ripetute delusioni.