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La storia è semplice, almeno in apparenza. Due bambine si frequentano e sono «migliori amiche» fin dall'asilo. A raccontare è una delle due, Julia, in prima persona. Julia appartiene a una buona famiglia della classe media, Cassie a un piccolo nucleo in difficoltà. E questo segnerà la loro amicizia nel passaggio dall'infanzia alla prima adolescenza. Dice Messud, «Crescere significa imparare ad avere paura». Per Julia, crescendo, la paura viene dal mondo esterno, dalle storie di cronaca nera, ragazzine rapite, violentate, nascoste nel seminterrato, uccise; e anche dai comportamenti ostili dei compagni di scuola, o degli insegnanti, o di conoscenti occasionali. Per Cassie invece la paura è dentro casa. Bev, sua madre, infermiera single che cura soprattutto malati cronici e terminali, accetta la corte di un medico, Anders, di aspetto e comportamento inquietanti. Soprattutto per Cassie. Appena adolescente e molto bella, la ragazzina sospetta che quell'uomo abbia deciso di convivere con Bev per stare in realtà vicino a lei, e molestarla. La vita delle due bambine, che negli anni dell'infanzia erano in simbiosi, e facevano giochi e spedizioni avventurose, immaginando e raccontando storie, dando prova di fantasia e coraggio, cambia radicalmente con l'arrivo delle due diverse «paure». E piano piano l'amicizia si sfalda. La vera crisi arriva quando Cassie scompare, e comincia la frenetica caccia della polizia a un'auto sulla quale è stata vista salire.