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Poche questioni sono così profonde e sconcertanti come quelle che riguardano il tempo. I filosofi, da sempre, meditano sulla natura del tempo e si domandano se consista in un singolo istante o in una dimensione vera e propria. I fisici si interrogano sulle ragioni per cui il tempo pare scorrere in una sola direzione, sulla possibilità di viaggiare nel tempo e persino, tout-court, sulla sua effettiva esistenza. I neuroscienziati e gli psicologi, a loro volta, tentano di capire che cosa significhi «percepire» il passaggio del tempo, in che modo il cervello lo misuri e come mai gli esseri umani possiedano la peculiare capacità di proiettarsi mentalmente nel futuro. Secondo Dean Buonomano, ricercatore che ha posto al centro dei suoi studi il rapporto tra natura del tempo e neurobiologia, il cervello umano è un sistema complesso che non solo è in grado di percepire il tempo ma addirittura lo crea; costruisce il nostro senso del flusso cronologico e consente simulazioni mentali di eventi futuri e passati. Queste funzioni sono essenziali non solo per la nostra vita quotidiana, ma per l'evoluzione stessa della specie: senza la capacità di «predire» il futuro, l'umanità non avrebbe mai fabbricato utensili o inventato l'agricoltura. Combinando elementi di biologia evoluzionistica, fisica e filosofia, "Il tuo cervello è una macchina del tempo" illumina concetti come il tempo soggettivo, lo spaziotempo e la relatività, fino a domandare infine: il passato, il presente e il futuro sono tutti ugualmente reali? La nostra percezione dello scorrere del tempo è un'illusione? Esiste il libero arbitrio, o il futuro è predeterminato?