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Da vergogna nazionale a patrimonio dell'umanità. Questo il percorso, unico al mondo, dei Sassi di Matera. La città di pietra, che ancora in cronache cinquecentesche era descritta come "dotata di aria salubre e abitata da uomini ingegnosi", nell'impatto distruttivo con la modernità si è poi trasformata nel simbolo del degrado meridionale. Il fragile ecosistema delle case grotta non sembrava poter sopravvivere a miseria, fatiscenza e spopolamento, e lo attendeva un destino di rovina. Ma anche grazie alla competenza tenace e all'impegno civile di Pietro Laureano negli anni novanta i Sassi sono tornati a vivere, e l'iscrizione nel Patrimonio mondiale dell'UNESCO (1993) ha restituito ad essi lo stesso rango di altre meraviglie delle zone aride, come Petra o Sana'a. Testimonianza del mutato clima culturale che ha consentito a un luogo desolato di rinascere a città, questo libro - presentato ora in una nuova edizione - racconta come architetture ipogee, cisterne preistoriche, terrazze pensili, recinti trincerati, masserie, chiese e palazzi siano riusciti, nei secoli, ad armonizzarsi con il paesaggio di tufo sfruttando al meglio le difficili condizioni ambientali, in analogia con molte civiltà del Mediterraneo. Il loro recupero e la loro valorizzazione insegnano quanto sapere si celi in materiali poveri e tecniche tradizionali, e che cosa significhi ritrovare un'identità che si credeva perduta.