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Questo lavoro, del 1930, è un tentativo di applicare le scoperte della psicoanalisi all'antropologia e al sociale. Nell'affrontare il tema dei riti sacrificali, l'autore sceglie di limitarsi "alla questione psicologica delle motivazioni inconsce che vengono soddisfatte da un certo rito". Afferma, riprendendo Freud, che alcuni riti sono "la ripetizione di un parricidio", espressione di un odio inconscio dei figli per i padri. Dobbiamo quindi a MoneyKirle la nascita di un pensiero antropologico che valorizza al massimo l'inconscio quale causa sotterranea delle manifestazioni umane più evidenti e più significative sul piano politico, storico, sociale ed economico.