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Nessuno scrittore, dell'Ottocento e non solo, ha mostrato più di Charles Dickens una piena consapevolezza del proprio mestiere, in tutte le sue possibili implicazioni. Romanziere, drammaturgo, giornalista, ma anche formidabile conferenziere e fondatore di testate, Dickens era capace di smuovere masse di lettori, che si accalcavano davanti alle edicole per comprare i giornali sui quali, a puntate, venivano pubblicati i suoi libri; di studiare accurate strategie di marketing, che farebbero invidia agli uffici stampa di mezzo mondo; di costruire attorno alla sua figura un culto tenace, alimentato tramite dosate apparizioni in pubblico e veri e propri tour. Dickens si è dedicato alla scrittura, e al modo in cui questa può essere promossa e comunicata, tanto nei suoi saggi e articoli, quanto nella sua sterminata corrispondenza. Laura Bartoli, specialista di letteratura vittoriana e traduttrice, ha raccolto gli esempi più significativi di questa continua riflessione, offrendoci un ritratto appassionante e completo di un grande narratore, ma soprattutto di un maestro nella difficile arte dell'autopromozione.