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Quattro prose: due edite ("Il fiordo", "Sebregondi retrocede") e due postume ("La causa giusta", "Le figlie di Hegel"). "La pianura degli scherzi" raccoglie le prime opere narrative di Lamborghini che appaiono in Italia. Quattro titoli per presentare il mondo allucinato di questo genio crudele, che intese distruggere la letteratura e divenne oggetto di un autentico culto letterario. Avanguardista pigro, sovversivo morboso, Lamborghini scriveva di sesso, violenza e politica. Perché il sesso e la violenza (ma dovremmo dire: il sadismo più immaginifico e sfrenato) erano le giuste chiavi per descrivere la politica e la società argentine del secondo Novecento. Un po' marchese de Sade e José Hernández, un po' Lautréamont e Rimbaud, Lamborghini è diventato un mito scomodo ma imprescindibile della letteratura sudamericana, non solo grazie agli sforzi del suo "erede" César Aira, ma soprattutto grazie all'assoluta purezza della sua poetica, oggi più che mai in grado di ferire, perturbare e far riflettere sulla natura dell'uomo e dei rapporti umani.