Tab Article
La lussuria ha molte facce. È un peccato capitale, un'insidia per l'uomo e per la donna che, senza vincoli formali, si abbandonano ai piaceri carnali. Un desiderio, un "sentimento di ricerca ... di ciò che è piacevole". Un sentimento "ossessivo", indotto da "impulso, idea o pensiero ricorrenti che si impongono in modo incoercibile alla coscienza", come afferma Luciano Mecacci. La forza che si esprime attraverso la sessualità, laddove irrefrenabile, evoca l'"oscura energia" che anima i viventi e che si ritrova rappresentata nelle prime forme di divinità antropomorfe del Mediterraneo e dell'Eurasia, le Grandi Dee: una figura femminile la cui immagine, spesso di grandi dimensioni, compare, tra 30.000 e 19.000 anni avanti l'Era volgare, in una fascia territoriale che spazia dalla Liguria al mar Caspio. Jung ha sottolineato il carattere ambivalente della Grande Dea illustrando "le caratteristiche essenziali" del relativo "archetipo", le cui "proprietà sono", appunto, "il materno: la magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto.