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"L'impegno di un architetto è tenacemente rivolto alla ricerca di una linea di equilibrio che combini la conoscenza tecnica, maturata attraverso il mestiere e la frequentazione del cantiere, con la spontaneità di un'immagine volta a catturare suggestioni fresche e immediate da trasferire su forme capaci di esprimersi in un linguaggio sia diretto che allegorico. L'esperienza e soprattutto l'arricchimento professionale accumulato negli anni possono, però, allontanare questa spontaneità, guidando la ricerca verso itinerari più sicuri, perché ampiamente sperimentati, dove la motivazione a inventare diventa secondaria e dove le insidie sono già tutte note. La difficoltà è pertanto proprio questa: riuscire a mantenere vive entrambe le strade - la sapienza tecnica e la spinta all'innovazione - per non essere sopraffatti né dalla disinvoltura del mestiere né dalla scioltezza di un gesto già altre volte praticato. Anch'esso infatti può diventare mestiere, consuetudine, inducendo a ripercorrere, anche se involontariamente, itinerari dagli esiti scontati. La pratica della pittura, più del disegno tecnico, aiuta a condurre una ricerca che si affianca a quella dell'architettura." (Mario Panizza)