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Era il 28 Novembre 1920 quando nelle acque scure del lago, a poche centinaia di metri dalla costa di Gravedona, degli uomini a bordo del Piroscafo Falco armeggiavano con funi ed argano per immergere uno speciale dispositivo cilindrico, atto a sondare le profondità subacquee. Nel tentativo di ricercare e recuperare un M.A.S., affondato due anni prima, sperimentarono il peso di un terribile fallimento, assistendo impotenti al naufragio dell'apparecchio e alla conseguente morte del suo giovane pilota, Riccardo Schena. Cent'anni in fondo al lago racconta la storia di questo relitto e del suo ignoto inventore, Francesco Kalin. Nato a Trieste nel 1889, riuscì ad affermarsi in ambito industriale, fondando nel 1914 a Milano la ditta Costruzioni Meccaniche. Con i proventi della sua attività riuscì a realizzare il suo grande sogno, progettando e realizzando apparecchi per esplorare gli abissi. Erano gli anni in cui l'uomo esplorava il mondo subacqueo nelle sue profondità, ponendosi traguardi impensabili per l'epoca, sfidando la pressione dell'acqua, trovando soluzioni al recupero dei preziosi carichi dei relitti sommersi.