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Lorenzo è sulla soglia dei cinquant'anni, quando un evento inatteso lo spinge a rivedere tutta la propria vita e ripensare a un vecchio proverbio fiorentino che suo padre gli citava spesso: Chi di gallina nasce convien che razzoli. Era una mentalità diffusa nell'Oltrarno proletaria dove è cresciuto: da una parte l'intima speranza che i figli riuscissero a riscattare la condizione dei padri, dall'altra la ferma convinzione che ciò sarebbe stato impossibile. Ora che deve ricominciare da zero, Lorenzo va a cercarlo quello zero, nei luoghi dell'infanzia, nell'incontro con il padre, morto da tempo, con il quale riesce finalmente ad avere quel dialogo sempre cercato e mai trovato in vita. In una continua sovrapposizione padre figlio, il racconto si snoda con ironia tutta "sanfredianina" attraverso i ricordi di tre generazioni per narrare dei luoghi di questo storico quartiere di Firenze, delle amicizie, delle esperienze e dei pensieri che accompagnano la vita.