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Nel grande naufragio della letteratura greco-romana uno spazio particolare occupa la manualistica erotica. Si trattava di un genere letterario importante, che solo una lettura distorsiva e anacronistica può ascrivere alla pornografia. L'autorialità che rese celebre questo genere era composta per lo più da figure femminili, donne come Filenide di Samo, la più antica autrice di un manuale erotico greco, o l'egiziana Elefantide, autrice amata dall'imperatore Tiberio. Autrici la cui dimestichezza con la filosofia rendeva possibile scrivere un libro di "tecnica erotica". Scopo di questo libro non è solo ricostruire questo genere letterario perduto, ma anche recuperare quella koiné culturale e artistica che possiamo definire come "ars erotica" greco-romana. Si tratta di riprendere la prospettiva e l'archivio genealogico del Foucault della Storia della sessualità, e di recuperare ad una storia dello sguardo e della quotidianità un'esperienza dell'erotico altra. Una storia dell'erotismo capace di fornire al lettore esperto e a quello meno esperto uno sguardo d'insieme sull'erotismo nel mondo antico, venendo così a colmare un vuoto che da troppo tempo caratterizza il mondo degli studi classici e filosofici.