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Ogni anno, a primavera, la piazza dell'Aquila si animava delle grida dei banditori che annunciavano il giorno e il luogo in cui si sarebbe tenuta l'asta per l'affitto della montagna di una comunità. La maggior parte delle greggi che tornavano dal Tavoliere erano immesse al pascolo estivo nelle montagne che i proprietari si erano aggiudicati in queste gare d'asta. Il mercato dei pascoli montani costituiva un sistema economicamente rilevante di utilizzo di una proprietà collettiva che era alla base dell'esistenza stessa di tanti centri montani nonché della peculiare fisionomia politico-amministrativa dell'Aquila. Una storia di pascoli e boschi, animali e uomini, dal medioevo fino ai giorni nostri che offre, per la prima volta, il punto di vista delle montagne riguardo quel grande fenomeno economico e sociale che è stato l'allevamento transumante del Mezzogiorno.