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«[...] Vettorello si muove tra la vita e la scrittura con naturalezza, semplicità e lucidità. [...] Privo d'ogni fede nell'assoluto, crede almeno nel valore ultimo della poesia, crede che il battito più vero della poesia cominci sull'orlo dello sfacelo, sul filo delle sconfitte più rovinose della mente e del cuore. Intriso di quest'unica religione, egli sa captare dal fondo dell'assurdo dei semi d'immagini e degli echi sonori, poi sa lasciarli vibrare e decantare in versi [...]» (Dalla Nota critica di Paolo Lagazzi).