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Si festeggiano i centocinquant'anni dalla dichiarazione dell'Unità d'Italia, il tricolore sventola in ogni dove. Una compagnia teatrale di provincia lavora alla messa in scena di uno spettacolo antiretorico teso a sottolineare mali atavici degli italiani e altrettanto storiche protervie delle classi dirigenti. Tentativo difficile, che una metaforica esondazione del fiume prossimo al teatro in cui si svolgono le prove interrompe. La storia dà comunque voce a un ostinato sentimento di fiducia verso la capacità di risollevarsi di questo nostro malandato Paese. Nel racconto, in cui un restauratore, un pittore e una giovane attrice sono figure di spicco, trovano spazio e continuamente si intrecciano i temi dell'amicizia e del lavoro. «C'è ancora» fece Lavia. «È ancora al suo posto. L'Italia c'è sempre, forse siamo venuti sin quassù per rendercene conto. Non ne eravamo più ben sicuri.»