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"In 'Spesso il male di vivere ho incontrato' il poeta espone, raramente in forma diretta ma, soprattutto, in forma metaforica, la propria vita: quella interiore, con visioni che talvolta emergono dai meandri oscuri e profondi della psiche, versati sulle pagine, in forma di parola chiara e apodittica, dal suo pensiero. Le forme si fanno parola di immagini, nella sintesi di sentimento e intelletto, nelle quali s'intersecano le visioni esteriori con i paesaggi interiori e dell'anima, che trascinano con sé la luce e i colori della natura, ma anche una sonorità, che rende la poesia una sorta di organismo vividamente mobile e vario, impedendo che la pagina la catturi e le neghi la libertà all'interno della vita e del mondo." Dalla Nota di Stefano Mangione. Note critiche a cura di Stefano Mangione e Riccardo Benucci.