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È passato molto tempo da quando Vittoria ha visto la sua migliore amica Alice e suo marito, Tommaso: poco prima che Amedeo avesse l'incidente. Di quella sera, Vittoria ricorda poco o niente, sa solo che lui è in ospedale e non riesce a riprendersi. Vittoria è stata interrogata, a tratti accusata di essere stata lei a manomettere i freni dell'auto di Amedeo. Il peso delle parole, la tensione accumulata, la paura di non essere ascoltata hanno portato Vittoria a chiudersi in sé stessa fino ad arrivare a perdere il lavoro e tutto ciò per cui si era impegnata fino ad allora. Sotto il consiglio del dottor Desanti, Vittoria si reca al centro Serenavita, dove incontrerà un gruppo di persone in grado di ascoltarla, di condividere con lei pensieri e storie, aiutandola così a tornare a sorridere. Vittoria inizia così il suo racconto, parlando dei momenti felici, delle attese, delle aspettative cominciate in una serata estiva e fresca, in una Torino luminosa. Un romanzo che ci insegna qual è il vero prezzo da pagare per le nostre scelte, e che ogni azione ha per forza di cosa una reazione. Quest'ultima, non sempre negativa.