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Per moltissimo tempo, soprattutto nell'ultimo ventennio, è circolata un'immagine di Virginia Woolf che la legava, quando non relegava, al lavoro di teorica e attivista dei diritti delle donne. Se il suo nome veniva fuori era per parlare di femminismo, e solo lateralmente del suo lavoro di romanziere. Certamente non si possono negare le strette connessioni tra il femminismo e la sua opera, ma a leggerla tutta, compresi gli scritti saggistici e autobiografici, appaiono subalterne rispetto ai molti temi trattati, tutti di grande interesse per la critica, e soprattutto appaiono in secondo piano rispetto alla sua più grande qualità letteraria: la dedizione per la scrittura e la narrazione. Virginia Woolf trascorreva la sua giornata come oggi farebbe uno scrittore professionista, dedicando la mattina e il pomeriggio a provare brani, scene, descrizioni paesaggistiche o altro ancora.