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Questo libro vorrebbe almeno in parte colmare una lacuna della ricerca intorno all'orientalismo italiano dell'800, su come letterati di spicco, quali Vincenzo Gioberti, Cesare Cantù, Cesare Balbo e Carlo Cattaneo, hanno inteso investigare le culture "altre" dell'Oriente, più specificamente dell'India. Intende anche presentare i limiti della loro ricerca, da imputare ad alcuni fattori condizionanti, prima di tutto l'etnocentrismo imperante in tutta Europa, che nasce dalla convinzione della superiorità della cultura occidentale, scaturita dalla duplice matrice greco-romana e giudaico-cristiana, e dell'inferiorità delle orientali, viziate alla radice da dispotismo ed arretratezza, frutto di credenze regressive e di superstizione. Ma anche dai condizionamenti ideologici e religiosi, in un'Italia in cui è forte la presenza ecclesiastica in ambito culturale. E dai condizionamenti politici, perché l'operato di Francia, Inghilterra e Russia, le loro alleanze o le loro lotte, come la famosa "questione orientale", si riflettono profondamente sugli equilibri dell'Europa e sull'Italia.