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Carlo Pagliarini ha scritto queste memorie a metà degli anni Ottanta, mentre dirigeva l'Arciragazzi da lui promossa e diretta. I vari capitoli ripercorrono l'impegno civile giovanile di un uomo che alla creatività ludica nella formazione delle giovani generazioni ha dedicato gran parte della vita, nella seconda metà del XX secolo. Sono un maturo ripensamento, insieme razionale ed emotivo, ad azioni e stati d'animo - dal dopoguerra agli anni in cui scrive - sul periodo in cui dirigeva l'Associazione Pionieri d'Italia (API) e portava i suoi pionieri all'esterno delle Case del popolo dov'erano cresciuti i loro gruppi, fino a promuovere la formazione di educatori di colonie estive, convitti per ragazzi e soprattutto campeggi educativi nell'Appennino. Pagliarini rivisita i momenti salienti della sua esperienza di organizzatore dell'attivismo giovanile, presentando allo stesso tempo parecchie vivaci immagini della rete italiana ed europea di educatori che hanno avuto modo di contribuire all'attività dell'API, a cominciare da Gianni Rodari, Dina Rinaldi, Marcello Argilli, Ada Gobetti e Bruno Ciari, sempre assieme a una moltitudine di giovani entusiasti organizzatori.