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Fine marzo 1945. Alla vigilia della liberazione di Bologna, Tiziano Zucchelli, usciere dell'Università indicato come "spia" nel Bollettino del Cumer, viene ucciso da tre partigiani della 7a Brigata Gap bolognese. Un episodio poco noto e che, finita la guerra, le stesse istituzioni universitarie liquidarono in fretta, classificandolo come semplice resa dei conti tra parti avversarie. Perché nessuno si spese per ricordare quella tragica dipartita? Cosa rappresentava in realtà Zucchelli? Possibile che fosse stato colpito in quanto simbolo di un'istituzione allora fortemente connivente con il regime? È partendo da tali quesiti che l'autore imposta il suo accorato pamphlet, riflettendo sulle reali colpe dell'Ateneo bolognese e facendo riemergere la memoria di quell'uomo ingiustamente ucciso. Prefazione di Alberto Preti.