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Tra le poche, se non l'unica, azienda di autotrasporti italiana sopravvissuta a cinque anni dalla confisca, Geotrans rappresenta una storia a lieto fine. Un traguardo raggiunto grazie al coraggio di chi, come Luciano Modica, indossando i panni di amministratore giudiziario, ha lottato contro la chiusura; grazie alla lungimiranza di chi, come l'allora presidente Fita Cinzia Franchini, ha visto prima di altri, inascoltata, le metastasi mafiose anche all'interno delle associazioni di rappresentanza; e grazie, soprattutto, alla scommessa di una grossa realtà imprenditoriale cooperativa - Coop Alleanza 3.0, attraverso il presidente di allora Adriano Turrini - che ha teso la mano a un'impresa appena liberata dai tentacoli della criminalità organizzata. Quello che finisce con la confisca definitiva dell'azienda di trasporti catanese Geotrans, strappata per sempre con il sì della Cassazione a giugno 2019 alla famiglia mafiosa Ercolano, è un racconto di coraggio e di riscatto sociale, ma anche una storia che offre uno spaccato di quella piaga che ha fatto dell'Italia un Paese meno libero e meno sovrano.