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"Ci sono diversi modi di amare i fiori. I botanici li schiacciano, li fanno seccare e li seppelliscono in quei cimiteri chiamati erbari, e poi ci mettono sotto dei pretenziosi epitaffi in una lingua barbara. Gli intenditori amano solo i fiori rari, li amano non per guardarli e aspirarne il profumo, ma per mostrarli; il loro diletto consiste non tanto nell'aver certi fiori, quanto nel sapere che non li hanno altri. Sicché non tengono in nessun conto quei fiori vivaci e felici che, per bontà di Dio, son fiori comuni, come sono comuni il cielo e il sole. In una bella giornata di febbraio, quando ai piedi d'un cespuglio tu scopri la prima primula fiorita, sei colto da una soave gioia, - è il primo sorriso della primavera. T'immagini fronde e canti d'uccelli. T'immagini la pace, l'innocenza e l'amore. Ma questo perché tu non sei un vero intenditore. Se tu lo fossi, non ti lasceresti sorprendere, così d'improvviso, da queste poetiche impressioni, andresti a veder subito se gli stami superano il pistillo, nel cuor della primula. Se, al contrario, fosse il pistillo a superare gli stami, il vero intenditore non riuscirebbe a provare alcun piacere dinanzi a un fiore così, sgarbato: per lui, val meno dei sassi sulla via." (Dall'Introduzione)