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"Tre storie di una comune radice. Figli di uno stesso mare grande, abbiamo stabilito la nostra vita altrove con lo sguardo fermo all'orizzonte, una linea senza tempo delle nostre comuni radici mediterranee. E un filo che ci unisce, forte, con la voglia condivisa di analizzare e comprendere. Questo libro è nato come una sfida, che ha fatto leva sul comune entusiasmo. Ci siamo raccontati, ognuno nell'atto solitario della scrittura, per scoprire, al momento del confronto, che i nostri testi seguivano dinamiche simili e concetti di fondo assolutamente condivisibili: uno tra tutti, l'impossibilità del ritorno reale, che si sublima nell'immaginare tanti ritorni dentro e fuori da quella storia e da quella geografia che del Mediterraneo danno un'immagine scomposta. Noi l'abbiamo ridisegnata nel nostro desiderio di viverla in tutte le sue meravigliose componenti. Oggi di questo mare ci giungono fotografie in bianco e nero, di buoni e cattivi, di chi vi appartiene e di chi non ha diritto a nessuna cittadinanza. Per noi è altro, è ricerca di una nuova identità che tragga forza dalla storia che ci unisce. Per noi Mediterraneo è ancora un mare azzurro, dei pensatori e dei filosofi, dove si può pescare e si può vivere, che si può scomporre e ricomporre, e dove il rosso non è il colore della guerra e della solitudine, ma quello dell'amore e degli antichi falò che indicano la strada al navigante".