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Angelina è una madre agitata, vicina, ma anche distante; un personaggio femminile inquieto che vive nella propria nevrosi senza consapevolezza. Attraverso i vari racconti autonomi che compongono il romanzo viene ripercorso il rapporto madre-figlia in modo volutamente non cronologico, lasciando che le memorie traumatiche seguano il loro flusso associativo. Nella sua autobiografia (re)inventata, l'autrice scopre una follia che si tramanda a livello generazionale e che forse "giustifica" l'andare veloce di Angelina.