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Diomede sposa Alda e hanno un figlio, Dario. Quattro anni dopo, il matrimonio va in crisi e la moglie si trasferisce a Roma con il bambino. Quando Diomede perde il lavoro è costretto a pulire vetrine di negozi per vivere. Dieci anni dopo, Alda è colpita da una malattia neurodegenerativa e Diomede riprende con sé il figlio. Il ragazzo è affetto da una grave forma di autismo. Ha inizio un doloroso percorso riabilitativo e, grazie anche all'aiuto di una giovane studentessa, Dario riesce lentamente a migliorare l'interazione sociale e a superare alcuni deficit di linguaggio. Diomede confrontandosi con la problematica del figlio inizia un lungo lavoro introspettivo, che lo porterà a importanti cambiamenti e la difficile esperienza dell'autismo diverrà un'opportunità di crescita interiore.