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Nel 2021 ricorre il centenario della nascita di Friedrich Dürrenmatt (1921-1990). L'immagine che questo celebrato autore ha lasciato di sé è quella di un avversario del fideismo e di ogni benemerita illusione, di un ateo chiuso nel suo mondo di parabole spietate, di finali spesso catastrofici, di labirinti, di atti d'accusa contro l'affarismo, il cinismo, il militarismo anacronistico del suo paese, la pericolosità delle superpotenze. Il paradosso, il grottesco e il caso sono le cifre più corpose nelle sue opere. Eppure si deve parlare anche del Singolo (der Einzelne), una categoria originariamente kierkegaardiana. Il Singolo, in Dürrenmatt, è un rivoltoso, un sabotatore, uno strano giustiziere, oppure è un individuo che cerca di difendersi dall'invasività e insidiosità di entità molto più grandi lui.