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"La figura marginale di Giulio, il gentile guardiano di Paolo di Tarso nel suo viaggio da prigioniero verso Roma, è inserita nell'epopea degli albori del Cristianesimo, con le gigantesche figure di Paolo, l'apostolo delle genti e di Pietro, il capo della Chiesa. [...] Un altro motivo di fascino e di attrazione, che mi ha spinto a scrivere sul misterioso centurione Giulio, è stato il mio amore per la letteratura. In particolare come viene descritta dall'autore degli atti, l'evangelista Luca, la burrascosa navigazione affrontata nel corso del viaggio. Vi ho colto il fiore della letteratura di questo tipo (Conrad in primo luogo, Melville, Stevenson...). Ho anche capito come l'amore per la Bibbia, l'eccelso valore delle sue parole (Parola di Dio...) abbiano influenzato positivamente in particolare la letteratura anglosassone e russa. Per noi basti pensare a quanto abbia giovato al Manzoni, al valore letterario dei suoi "Promessi Sposi", la conoscenza e l'amore per il Vangelo." (dalla Nota dell'Autore)