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Questa Antologia delle poesie di Vito Taverna è un journal intime e, al contempo, un journal extime. Il poeta di Bibbiena ha bisogno dell'interlocutrice, di un'anima femminile alla quale indirizzare il colloquio-soliloquio. Una entità femminile che sta in silenzio e consente alla voce del poeta di interagire con essa. In realtà, la voce "soliloquiale" parla con un fantasma, con una estimità interna, con gli oggetti esternalizzati del proprio interno. È questa la ragione della poesia post-elegiaca del poeta di Bibbiena; i toni oscillano da quelli più intimi e languidi propri della poesia lirica a quelli civili dello sdegno e dell'amarezza composti in un dettato di stoica accettazione del mondo. Non è un caso che nelle ultime raccolte pubblicate i toni e la pronuncia siano un compostaggio di vari registri, da quello sentimentale e rammemorante a quello del rimpianto per un mondo che è cambiato sotto i nostri occhi a velocità inaudita rispetto al passato anche recente.