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"Ne è passato di tempo da quando Baudrillard accusava Dio di insider trading in quanto autore di atti terroristici quali l'uragano Katrina o la Sars. Con disinvoltura, Francesco Paolo Intini pronuncia enunciati nei quali sembra in azione un pilota automatico che si muove in un ecosistema segnico di tipo cibernetico. Nella sua poesia le parole affiorano dalla profondità della superficie semiotica, il che rende evidente la relittuosità superficiaria delle parole che vivono come oloturie, echinodermi diffusi nei fondali marini così come nel nostro universo semiotico. La poesia non può che assumerle in pianta stabile. Sarebbe presuntuoso cercare un senso in questi versi, la realtà è scomparsa, il reale è stato riassorbito dalla sua simulazione un tempo televisiva e oggi telematica. Forse sarebbe più giusto eliminare la parola «senso» dal vocabolario di Intini. La scomparsa delle parole dal nostro universo superficiario di segni è un dato di fatto dal quale Intini riparte per costruire degli specchi riflettenti. Scrive l'autore:«Sopravvivere a un attacco di scafandri e radioonde»." (Giorgio Linguaglossa)