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"Tu scrivi, caro Mario, che il tuo libro tratta di «fonemi, reperti fossili e poliscritture», che addensa nel suo stile una condizione frastica tra le più variegate e pluriestetiche. Ed hai già dato la chiave per l'ermeneutica della tua poesia. La tua è poesia-pop: pop-spot, pop-bitcoin, pop-jazz, pop-corn, pop-poesia, poesia da tavolino da bar, poesia da bar dello spot, nuovissima, da gustare con un Campari soda e una quisquilia del TG in mezzo ai rumori di fondo: intermezzi, nanalismi, banalismi, gargarismi, truismi, incipit, explicit, inserti pubblicitari. Sei il Warhol della pop-poesia italiana. Il che non è poco. La pop-poesia che si gusta con le patatine fritte del Mc Donald's e un caffè al Ginseng la mattina, e la sera, prima di andare a dormire con una bustina di Maalox plus. Registro di bordo è un viaggio, anzi, un viaggio-sosta nella indeterminazione delle parole; quelle parole raffreddate, ibernate, insaponate con cui l'uomo di oggi è costretto a coabitare, e con le quali ci si trova a proprio agio, coinquilino forzato del banale." (Giorgio Linguaglossa)