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"Subito dopo essere andato in pensione, Alberto Canfora ha cominciato ad applicarsi alle diverse arti per evitare le pantofole, i centri per anziani e la noia. Lo conobbi mentre si dedicava alla pittura, girando per le ville di Roma con tele e pennelli. Il suo atteggiamento mi sembrò incantevole: era perso nei paesaggi che lo attendevano e lo circondava un'aura di stupore che lo faceva sembrare un fanciullo! L'ho visto crescere di mese in mese, studiare la poesia e il dialetto romanesco, dedicarsi alla pittura, alla prosa e iscriversi alla Scuola di Musica per imparare a modulare la voce e a musicare le sue liriche, al punto che divenne in grado di tenere concerti di fronte a centinaia di persone. Ricordo molto bene la sera in cui vinse il "Pentathlon della Cultura" a Ostia. Risultò primo assoluto in cinque discipline, dimostrando che la forza di volontà, unita alla predisposizione, può compiere veri miracoli. Se Alberto fosse nato nel Rinascimento - quando il dialogo tra le diverse arti raggiunse l'acme - sarebbe stato pienamente a suo agio!" (Maria Rizzi)