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Il ruolo culturale e artistico giocato da Gaeta e il suo circondario, tra quattrocento e Seicento, è ben poca cosa rispetto alle due grandi aree di Roma e Napoli; eppure, nella stessa maniera in cui la capitale della cristianità e quella del regno di Napoli hanno giocato un ruolo da protagonista nella cultura europea, così l'Area Aurunca si è ritagliata un ruolo di riferimento tale da non sfigurare al confronto. Bastano le tracce qui disseminate per rendersi conto dell'ampiezza del fenomeno, almeno stando ai campi letterario e musicale: al punto che tutta l'area Aurunca, tra alto Medioevo e Seicento e poi in particolare tra Umanesimo e Barocco ha costituito, per le dinamiche di produzione e per le indubbie presenze di committenza laica e religiosa, una vera e propria isola, indipendente dal resto della penisola e con solidi contatti in gran parte costruiti con l'area napoletana.