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«La poesia di Marianna Della Penna si snoda attraverso una serie di immagini dell'esistenza molto densa di ostacoli; i suoi versi non possono che riecheggiare quel "male di vivere" dell'uomo moderno su cui hanno ampiamente dibattuto molti dei Maestri del Novecento, a cominciare da Eugenio Montale. A differenza del pessimismo di quest'ultimo, nei versi della nostra, c'è, sempre e comunque, un desiderio fortissimo di reagire - con enorme vitalità - anche ai momenti più difficoltosi: di tessere la vita, come lei stessa afferma, per abbracciare, prima o poi, la luce. La speranza, infatti, è in quel sole che si intravede anche in penombra e che, seppure opaco e intricato, riesce a scaldare i momenti più complessi di ognuno. È singolare come il giorno e, quindi, la luce ed il sole, siano un motivo conduttore della poetica dell'autrice: essi divengono la fase in cui dopo il travaglio stancante e sfibrante della notte, l'io si realizza e trova il senso del suo essere e del suo futuro col nascere di una nuova alba, sì piena di attesa spasmodica, ma altrettanto colma di voglia di sognare, amare, lottare e conoscere.»