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«Il tema del libro è il tentativo, magari non riuscito, di ricostruire con estrema fatica e sensibilità, mescolando sensazioni contrastanti e logici ragionamenti, la tormentata figura della moglie di Luigi Pirandello, Antonietta Portulano, bollata semplicemente come la "moglie matta"; e così, utilizzando una sorta di dialogo-monologo in bilico tra fantasia onirica e realtà quotidiana, ho cercato di fare emergere la "ragionevolezza" intrinseca di questa donna, assennatezza femminile che a me pare trapeli chiaramente nella famosa frase di Pirandello, allorché lui disse: "La pazzia di mia moglie sono io." Non sono affatto sicura di essere riuscita a realizzare perfettamente questo mio proposito, ma quello che posso senz'altro dire con estrema sicurezza e onestà è che da parte mia c'è stato veramente un autentico desiderio di ritrovare la storia interiore di una donna a cui nessuno ha mai riconosciuto la giusta importanza, anche relativamente alla genialità dell'opera di Pirandello. Che di lei abbondantemente si nutrì.»