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"Canto di ceneri e spighe" è un viaggio a ritroso lungo la strada che, il modo di sentire la poesia dell'autore, ha percorso nell'arco di un quindicennio. Nella sua interezza, è il canto che il poeta intona nell'alternarsi inevitabile di un sentimento bifronte che porta, nei giorni delle ceneri, a sentire con forza il fascino sinistro esercitato dalla morte e in quelli della rinascita, delle spighe, a seguire e farsi infine soggiogare da quel richiamo alla vita che è il bene più prezioso che ciascun uomo ha ricevuto. La silloge è una corda tesa tra le estremità di un passato doloroso, fatto di speranze tradite, di entusiasmi giovanili, di assenze insopportabili e presenze ingombranti, di giorni che sfuggono troppo in fretta, ore interminabili e un presente ad intermittenza, nel quale, tra ascese e cadute, ma sempre con maggior consapevolezza di sé, è la forza di rialzarsi ad avere la meglio.