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In questo romanzo i veri protagonisti sono sogni e linee di destino: la musica, il talento, il desiderio e l'ambizione strattonano, trattengono o prendono per mano eventi e persone lungo tutta la parabola della loro esistenza. Nella penna del nipote Angelo Inglese (1972) scorre la vita di Angelo Inglese (1918-1990), compositore fecondo, clarinettista, chitarrista, didatta e direttore di banda, nato e cresciuto tra due conflitti mondiali. Emigrato negli anni Cinquanta in Venezuela, Inglese sr. perpetua la sua missione di didatta creando due bande governative e compone musica per banda e canzoni, genere quest'ultimo in cui riconosce la sua più bella produzione musicale. Ritornato in Italia, negli anni Sessanta, svolge un ruolo importante sia nell'ambito della scuola musicale molfettese che in quello creativo. I ricordi di un ragazzo si mescolano così con quelli di suo nonno e generano quasi un unico essere umano che si addentra in luoghi dove solo l'anima può accedere: il remoto passato e il futuro. La realtà, com'è ovvio, supera la fantasia e sorprende: leggere questo racconto è un po' come riappropriarsi di qualcosa che è stato perduto. Si può ridere o piangere identificandosi nei personaggi e nelle loro storie; storie che generano nostalgia di un tempo che, forse, non tornerà più e si perderà "come la musica di una chitarra lanciata nell'oceano".