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"Ogni giorno, da mesi, è la stessa cosa. Avverto un'onda di calore intenso salire dallo stomaco alla testa e mi butto esattamente al centro del palco, a malapena cosciente dell'oceano di teste, di facce. Sento, oltre il rumore di fondo, quello che fanno i miei compagni. E poi il mio corpo comincia a muoversi, e la voce a fare la sua parte, senza che io spinga in alcun modo in una direzione o nell'altra. Eddie dice che è una specie di trance, la mia, uguale a quella che viene indotta nel pubblico. Di fatto, ho la sensazione che nulla mi appartenga, e di non appartenere a nessuno. È sorprendente, meraviglioso. Non sono consapevole di quello che succede. Come ho detto, ignoro il dolore."