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Ha 24 anni nel 1942 Giovanni Francesco Romano, quando si presenta sulla scena letteraria con in mano uno strumento fascinosamente desueto, come l'aggettivo che lo accompagna: "Solingo liuto" s'intitola infatti la sua prima raccolta di versi, quasi tradendo la sottesa consapevolezza da un lato del carattere (scolasticamente) passatista di questi suoi primi esercizi poetici e dall'altro di un isolamento contestuale che sembra dubitare a priori della possibilità che la forma di comunicazione scelta e prodotta possa raggiungere un qualsiasi pubblico.