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Con la sentenza pronunciata lo scorso 14 maggio, con la quale la Grande Sezione ha deciso in merito alle controversie insorte in tre cause riunite (la C-391/16, la C-77/17 e la C-78/17), scaturite da altrettanti rinvii pregiudiziali, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha fornito utili indicazioni interpretative sul contenuto dei paragrafi 4, 5 e 6 dell'art. 14 della direttiva 2011/95/UE, soffermandosi, per un versante, sul rapporto tra le norme in essi contenute e quelle contemplate nell'articolo 78 del TFUE e nell'art. 18 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea e, più in generale, sulla relazione che intercorre tra la direttiva in oggetto e i principi contenuti nella Convenzione di Ginevra, della quale, come è noto, sono parti contraenti tutti gli stati membri dell'Unione, benché quest'ultima non vi aderisca.