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"Parole inaudite" è un viaggio, un lavoro di scavo di sé attraverso il tunnel di un amore impossibile, segreto, funesto. I ricordi e fotogrammi di volti ed emozioni diverse si accavallano nel corso del libro uniti, però, da un filo rosso che scorre, sottopelle: quello dell'amore-morte, dell'intensità di un sentire che a tratti diventa autodistruttivo e che conduce, o sembra farlo, alla pazzia di chi se ne fa veicolo. Una pazzia tutta al femminile, una pazzia che è donna nel momento esatto in cui rivendica il diritto alla propria autenticità, il diritto a scendere negli abissi del proprio dolore e a trarne, fuori, perle.