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Protagoniste di questo libro, le viaggiatrici del Grand Tour si sono dimostrate le interpreti più sensibili del grandioso spettacolo costituito dalla Cascata delle Marmore. Intrepide, vi giungevano da Terni, risalendo la Valnerina a bordo di calessi o in groppa a muli, e una volta giunte alla meta contemplavano il flusso poderoso delle acque sul quale proiettavano le loro più intime sensazioni. Furono costoro attente osservatrici di un ambiente paesaggistico, al cui fascino hanno cooperato l'esuberanza della natura e l'ingegno dell'uomo, e descrissero con ricchezza di dettagli e profonda sensibilità uno scenario di sublime bellezza costituito da acque irruenti, aspre montagne e piccoli borghi incantati. La capacità delle viaggiatrici di analizzare l'impareggiabile vegetazione che abbraccia, rimanendone irrorata, il precipitare delle acque è sorprendente e non ha riscontro nel più frettoloso sguardo maschile. Nel 1869 Elisabetta Fiorini Mazzanti affermava che visitare la Cataratta del Velino è desiderio di chi è sensibile al bello della natura, ma molto di più lo è per l'artista che dipinge questo stupendo scenario, o per il botanico il quale rimane estasiato da una vegetazione assai rara che, nata in questo microclima, contribuisce non poco alla ricchezza naturalistica del luogo. Teste coronate e colte viaggiatrici di ogni parte del mondo hanno consolidato con i loro scritti il mito della Cascata come spettacolo paesaggistico, creazione storica e fonte di energia pulita, facendo nascere nel lettore d'oggi il desiderio di visitare una grandiosa caduta d'acque che per secoli è stata una tappa essenziale del viaggio in Italia. Introduzione di Attilio Brilli