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Agnese Malaspina è una grafologa forense. Il suo è un lavoro intrigante, soprattutto per chi non sa minimamente in che cosa consista. Proprio come Barbara Bassano, quando contatta Agnese per una brutta faccenda di lettere anonime. L'incarico, accettato più per pietà che per convinzione, assume tutt'altro peso quando Barbara viene rinvenuta cadavere. Quello che sembra il suicidio di una disperata non convince Agnese, che si ritrova suo malgrado catapultata in un autentico intrigo. Inizia così un'indagine per vie traverse, accidentate e accidentali, unite da un solo filo: quello grafico. Altri enigmi, grafologici e non, andranno a scompigliare la strana primavera di Agnese: un testamento scritto a penna rossa, un girotondo di puttini grassi e un paio di scarpe di dubbia provenienza. Il tutto in una girandola di personaggi in tinta con il (fin troppo) generoso contributo che solo una città di mare del Sud Italia può offrire.